RESET. Rituale scimanico opensource di fine anno

Oriana Persico
7 min readJan 3, 2021

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Il 2020 si è concluso, lo abbiamo lasciato 2 giorni circa. E questa transizione la abbiamo passata bene, mio marito ed io.

Ci troviamo in una nuova casa che ci ospiterà per un po’, a Torino: una città bella ed elegante, e si dice poco che questa città è bella, quasi ci devi venire per scoprirlo. Abitiamo in centro, facciamo tutto a piedi e con la bici, e questo ci piace molto.

Nell’antichità era una norma purificare una nuova casa prima di abitarci, per chiudere un ciclo e favorire il nuovo insedimento. Tutto questo si è fuso nella notte di un capodanno, fra il 2020 e il 2021, fra il trentuno dicembre e il primo di gennaio. I giorni scattano sempre, continuamente, ma ne fetteggiamo solo alcuni, come questa notte in cui tutti si riuniscono e attendono lo scorrere delle lancette in tutto il mondo. È peculiare, potremmo farlo ogni giorno, ma c’è un solo capodanno: i rituali cambiano la realtà, la rendono diversa e speciale, creando intorno ad essa un’attenzione. Per questo sono potenti.

Così, il 30 ci siamo recati in un’erboristeria della città, in cui eravamo passati per caso nel corso di uno dei tanti viaggi di lavoro che ci hanno portato a Torino. Un posto piccolo, pieno di cassetti, dentro i cassetti dei profumi, delle essenze, dei saponi, delle spezie, tutti con una storia, un significato, una procedura. Lo gestiscono due sorelle con le quali abbiamo studiato i nostri propositi: insieme abbiamo convenuto che la salvia bianca era quello che cercavamo, dopo averla confrontata con il polosanto.

È bella la salvia bianca, ce l’hanno consegnata in quello che si chiama “smudge”: i rametti fatti seccare in una stanza buia, tenuti insieme stretti con del filo (qesto era rosso e bianco). Questa erba ha viaggiato per arrivare qui: cresce in Messico e negli Stati Uniti, specialmente nei deserti Mojave e Sonora della California meridionale, da quello che ho appreso. La Salvia bianca ha molte proprietà, quella più grande è forse la sua capacità di purificare i corpi e gli ambienti, lo fa così bene gli sciamani la portano sempre con sè nella loro medicine bag. Quelli rimasti, suppongo. Non abbiamo cercato piante locali che senz’altro esistono per il nostro rituale, questa salvia ci piaceva e ne aveva parlato anche Astronza in un post su FB qualche giorno prima, insieme al palosanto, al rosmarino e ad altre piante credo utili nei giorni di passaggio.

Questo rito era per noi, inizialmente pensato in forma privata. Verso le sei abbiamo smesso di scrivere e lavorare, abbiamo pulito la casa a fondo, lasciando un pezzettino per il giorno dopo. Abbiamo cambiato le lenzuola (io mi sono incaponita anche fare una lavatrice con le lenzuola sporche che è durata troppo: ho rapporti erratici con questo elettrosomestico da sempre che non domino). Poi ci siamo fatti la doccia e vestiti decorosamente per la cena.

Mentre cucinavamo Sal tira fuori la proposta: perchè non lo facciamo live il rito? E l’abbiamo fatto, felici, spensierati, divertiti. Così, dopo cena, lui ha preparato, set, scenografia, luci e gimbal (un nuovo pet tecnologico che secondo me è una perla di design, specie se fai le cose che facciamo noi ma non sei un videomaker e comprarti una attrezzatura dispendiosa non ha senso). Io mi sono occupata del testo e della sceneggiatura. Lo abbiamo passato così il dopo cena. Sal ha fatto un piccolo video di annuncio, con quel suo sorriso sotto i baffi che adoro, perchè “ne sttiamo per fare un’altra”.

GUARDA IL MESSAGGIO DI SALVATORE

Pochi minuti dopo la mezza eravamo in diretta su FB dalla nuova casa:

<< RESET: buona fine di anno 🌈 🤖 ☘️ Rituale sciamanico opensource di pulizia energetica, per ripartire e lasciare il 2020 libero di uscire fuori dalla finestra 🎊 ❤️ 🎬 >> (nb: questo è un cut&past del corpo del messaggio cha abbiamo mandato agli amici, preso da whapp)

Il titolo è RESET. È una buona fine di anno in onore alla saggezza del nostro amico Marco Stancati, che per il 2021 suggerisce di festeggiare a consuntivo: lo abbiamo trovato intelligente e ci siamo sentiti molto a nostro aggio nel poter salutare con amore e senza acrimonia questo anno, cioè di essere sinceramente festosi e non grotteschi nell’offrire i nostri auguri: “buona fine di anno” era proprio la cosa giusta da dire. Marco è stato determinante per la la forma del rituale e degli auguri che abbiamo scambiato con amici, parenti e sconosciuti per la strada.

RESET è opensource perchè contiene un howto, e non poteva essere altrimenti. La nostra estetica è questa, la nostra sensibilità è questa. Le cose che facciamo e che pensiamo, insomma, escono fuori così. Il rituale è semplice, la parte più difficile è formulare l’intenzione e, come suggerisco, verbalizzarla a voce alta mentre si fa il rito. Non mi sono inventata niente, nel dopocena ho letto, e fra le cose che ho letto questa mi sembrava convincente, così l’ho mutuata.

La pulizia energetica per ripartire è il lavoro che fa la salvia bruciando. Il cespuglio di questa potente pianticella può raggiungere 1,5mt di altezza e, anche se ha fatto troppi chilometri per arrivare qui, sono contenta di averla incontrata, conosciuta, inalata. Il suo bianco è di un argento opaco, il profumo ricorda quella che usiamo comuneme te per cucinare, cosa che mi ha indotto a pensare che ne sottovalutiamo sia gli usi, sia le potenzialità. Ma è il fumo ad essere straordinario. Denso, profumato, bianco anche lui, questo fumo è… fresco. È questa la cosa che mi ha colpito di più entrandoci in contatto.

Il rituale è durato circa 12 minuti in tutto, inclusa la fumigazione della stanza principale. Il momento più bello per la qui presente officiante novella è stato davanti alla finestra: il gesto l’ho mutuato da varie tradizioni di purificazione, ed è anche molto intuitivo (aprire finestre, e porte se si vuole). Detto ciò, metre accompagnavo l’anno e qualsiasi cosa a sentirsi libero di uscire fuori dalla finestra, sono stata investita da un grande fresco, fra il fumo della salvia e quello che veniva da fuori, e respirando sono stata piacevolmente immersa in questo flusso.

GUARDA IL RITUALE

GUARDA IL RITUALE

Mano, insieme allo smudge di salvia, è l’altro protagonista assoluto di questo rituale. Troneggia sul set e nelle nostre decorazioni e, con la sua indomita indole punk, rompe qualsiasi equilibrio prestabilito: che ci fa un dito medio rivestito di vischio in un rituale? a chi si rivolge? al pubblico, all’anno, al natale? all’improbabile sacerdotessa che sembra KIKI? Card per gli auguri e albero di natale, è la scenografia con cui Salvatore ha comunicato a tutti a modo suo le buone feste, immortalate. Mano con il suo Dito non è volgare quanto sublime: è la più bella decorazione natalizia della mia vita, anche la prima che esponiamo in casa da decenni, il che la dice lunga sulla sua innegabile bellezza.

L’ultimo tocco è il mio fiocco in testa, perché occhio: la sacrdotessa è solo una pericolosa bambina a cui piace giocare.

I rituali sono importanti, e da quest’anno sono entrati pieamente sia nelle nostre pratiche artistiche sia nella ricerca: li uniremo sempre più ai dati, questo nuovo artefatto che vive in mezzo a noi e che dobbiamo imparare a maneggiare.

Vorrei chiudere con una nota. Nel rituale dico che questo anno lo abbiamo amato. Ed è vero, per noi come per altri amici, molti dei quali hanno trovato sollievo nell’abandonare modalità e ambienti di lavoro malsani, per esempio. Abbiamo visto questo virus solo come un nemico, ignorando il suo rivoluzionario potenziale: fermarsi e ripensare tutto.

Detto ciò il 2020 è bene che si chiuda con tutto quello che ha portato, ma dicendolo non provo acrimonia per questo anno in cui, per assurdo che sia fra vicende personali e planetarie, Salvatore ed io siamo stati riusciti a stare bene e ad elaborare moltissime questioni.

Buon RESET a tutt*

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Oriana Persico
Oriana Persico

Written by Oriana Persico

cyber ecologist, cofounder at HER: She Loves Data + [ AOS ] Art is Open Source

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