L’insostenibile efficienza del calcolo

Oriana Persico
Comunicazione Ecosistemica
4 min readMay 2, 2022
Foto scattata durante l’evento, Oratorio S. Filippo Neri, courtesy di Fondazione Fitzcarraldo

Il 29 aprile scorso siamo stati invitati a dare un contributo a OSA: la giornata conclusiva di Funder35, progetto pluriennale promosso da un comitato di 18 fondazioni bancarie più Fondazione con il Sud, con il patrocinio di ACRI, con l’obiettivo di sostenere giovani imprese culturali di giovani sotto i 35 anni.

Il tema scelto per concludere questo ciclo era la sostenibilità del lavoro di operatore culturale.

Essere a Bologna era fisicamente impossibile, così abbiamo proposto di scrivere un’epistola.

È come abbiamo iniziato a chiamarla con le curatrici dell’evento: un gruppo tutto composto di donne della Fondazione Fitzcarraldo, fra cui Luisella Carnelli, Martina Beria, Simona Martini, Sara Marconi, Alessia Fortunato e Alessandra Gariboldi (che purtroppo non ha potuto essere all’evento). Questo media antico e contemporaneo, tagliato per comunicare in modo caldo a distanza e senza il corpo, ci ha convinto.

Insieme abbiamo progettato come questo particolare contributo si sarebbe svolto, pensandolo come un dialogo e una performance con un suo canovaccio.

L’epistola è stata inviata una settimana prima alla comunità di Funder35 (parliamo di circa 300 organizzazioni culturali), con un rimando specifico agli iscritti della giornata. Allo stesso modo la hanno ricevuta i due relatori chiamati a contribuire insieme a noi: il pre-incontro con Gaspare Caliri (semiologo e co-fondatore di Kilowatt) e Giuliana Ciancio (sociologa e progettista) è stato un momento intenso in cui abbiamo iniziato un dialogo su temi e concetti vastissimi, concordando che avrebbero scelto un frammento di testo da leggere come spunto del loro intervento di apertura. Il giorno dell’evento l’epistola è stata stampata e apposta sulle sedie.

Presenza concettuale e fisica, l’epistola è stata in sintesi l’incipit di una concatenazione: il materiale da cui partire per generare le riflessioni sul tema della giornata, e unirci. Ringraziamo tutti per averla accolta — le organizzatrici, i colleghi relatori, gli operatori culturali e le fondazioni promotrici.

L’epistola origina da una sofferenza che in questi giorni, mesi, anni è diventata insopportabile.

Lo fa parlando del rapporto fra tecnologie e cultura, e descrivendo la particolare posizione che occupano le organizzazioni culturali negli ecosistemi delle società globalizzate e iperconnesse, esposte alla continua mediazione dei dati e della computazione.

Sono temi cruciali che toccano i nervi scoperti di queste nostre società, dei lavori che facciamo, delle nuove forme di violenza e sfruttamento che dobbiamo imparare a osservare e comprendere. Fenomeni che oggi si spostano continuamente nei domini dell’immateriale, delle relazioni e delle psicologie umane. Come abbiamo visto in sala (e noi stessi scrivendo), parlarne è terapeutico e necessario. È un dialogo, una forma di espressione e agnizione che ci auguriamo possa continuare.

Il titolo, ispirato al romanzo di Milan Kundera “L’insostenibile leggerezza dell’essere” , descrive una specifica condizione esistenziale determinata oggi dall’ideologia del realismo e dell’estrazione.

Il testo inizia così:

L’insostenibile efficienza del calcolo

di Salvatore Iaconesi e Oriana Persico

Questa lettera è rivolta alla comunità di Funder35.

A chi di voi sarà presente in sala.

E a tutti gli operatori della cultura che in un modo o nell’altro la leggeranno. Specialmente a tutti coloro che, facendo questo mestiere, soffrono per la violenza e la competizione degli ecosistemi comunicativi e relazionali in cui siamo immersi.

Non siete soli e questa sofferenza ha ragioni strutturali profonde che parlano del nostro tempo.

→ Leggi il testo completo dell’epistola

È un documento su google drive aperto ai commenti: già ce ne troverete diversi di grande spessore, come lo sono state tutte le cose dette durante questo incontro.

L’epistola e Comunicazione Ecosistemica

Per il modo in cui è stata scritta e diffusa l’epistola, lo stile è vicino a quello della Comunicazione Ecosistemica che stiamo costruendo nel workshop senza fine — e che ci muta e ci permea come solo un nuovo stile può fare.

Il testo è rilasciato in licenza Creative Commons Attribution Share Alike 4.0.

Il che vuol dire che chiunque può ripubblicarlo, diffonderlo, creare opere derivate o altro, a patto di citarne fonte.

Come abbiamo già detto, un dialogo è in corso sul documento con chi era presente all’evento: ci sembra un modo bello e semplice di abitare lo spazio dell’epistola.

Chi desidera potrà unirsi a modo suo.

Le parole che uso si stanno affinando: l’epistola è “uno spazio da abitare”. La mia postura cambia. Evito volutamente di fare un elenco procedurale di istruzioni: quel “come contribuire” a punti che stava per scappare qui fra queste righe, incipiente, figlio del modo in cui siamo abituati a pensare la comunicazione nella ricerca ossessiva di obiettivi, campagne, strategie da perseguire.

L’elenco è stato rimosso mentalmente e fisicamente dall’articolo. Le istruzioni vivono nel dominio dell’utilità, mentre con Nuovo Abitare e Comunicazione Ecosistemica siamo in transito verso il sentire. Chi troverà nelle parole di questa epistola senso e risonanze con i propri vissuti, troverà anche il modo di farli propri e indossarli come più gli piace, meglio di ogni efficace istruzione che io possa comporre.

La cosa che voglio comunicare è questa, e ha un buon sapore.

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Progettare una comunicazione generativa, invece che militarizzata ed estrattiva.

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Written by Oriana Persico

cyber ecologist, cofounder at HER: She Loves Data + [ AOS ] Art is Open Source

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