Acedia: il peccato è uno stato mentale

Oriana Persico
3 min readJan 6, 2022

gif trovata online cercando sloth + acedia

Ho scritto questo post molto tempo fa, probabilmente è passato più di un anno, mentre scrivevamo Incuria: questo piccolo libro che tanto amiamo per una serie intricata di ragioni.

Non volevo pubblicarlo, questo post. Mi decido a farlo adesso, in questo 2022 che dedico all’espressione.

Possiamo prendere la penna (o far scorrere le dita sulla tastiera) e comporre storie che non sempre e non necessariamente sono awesome, wonderful o fantastiche.

Siamo fatti anche di nodi.

***

Scrivendo Incuria mi sono addentrata nel territorio linguistici di questa parola. Ho scoperto molte cose, ma soprattutto mi sono ritrovata faccia a faccia con l’accidia, il sesto vizio capitale.

L’incontro è stato difficile, onestamente ne sono ancora turbata. Ci sono molte raffigurazioni dell’accidia reperibili sul web, ma ho scelto questa gif. Non perché sia un amante delle gif, e nemmeno dei manga in particolare. Mi piace lo scatto che fa l’immagine: la faccia dispiaciuta che vorremmo consolare, spuntano gli occhi cerchiati, cattivi, le mani tese, l’ira.

È l’esatta descrizione dell’accidia.

Dante mette gli accidiosi insieme agli irosi nella palude dello Stige: i primi sott’acqua la fanno gorgogliare rimuginando i loro peccati, i secondi in superficie si picchiano con calci, pugni, morsi, testate. Gli accidiosi sono gli irosi amari: quelli che la rabbia non l’anno espressa nella vita, ma solo covata. E covando sono diventati indifferenti alla vita e incapaci di operare il bene.

Gli accidiosi non sono semplicemente pigri o indolenti. Persi negli stimoli, non riescono a concentrarsi, sono convinti che farebbero le cose meglio degli altri ma non ne finiscono nemmeno una. Probabilmente non la iniziano nemmeno. Ciò che hanno, però, lo danno per scontato: è un peccato, come fa notare Agostino e non solo, che nasce dalla soddisfazione e non dal bisogno. L’accidia è addirittura un pericolo tipico della vita contemplativa, contro cui i monaci sono messi in guardia.

Rabbia e soddisfazione. Che ci fanno a descrivere lo stesso stato queste due sensazioni? Mettere insieme insieme questi due stati d’animo rende conto benissimo della nostra natura ambivalente.

Il turbamento è che l’accidia parla di me. Potrei farne mille di esempi. Amo e sono amata, Sal è vivo, parla, cammina, scrive. Dovrei ringraziare ogni giorno, provare un senso di gratitudine costante e imperturbabile che nulla può scalfire. L’ho provata questa semplice sensazione di gratitudine per svegliarsi ed essere vivi, dopo l’operazione per esempio, e una volta senza alcun motivo.

È bellissima ed è possibile, ma non rimane con me. Preferisco provare rabbia per un mondo che non è perfetto, secondo le mie aspettative.

Rabbia per il governo molle e volgare — ma non mi sono dedicata a fare un partito.

Rabbia per le istituzioni che non sanno immaginare, per la mediocrità premiata, per i progettifici della cultura che vivono sfornando bandi in serie adottando le buzzword del momento.

Rabbia per i partner sbagliati.

Vivere nella rabbia amara che non trova sfogo, ribollendo sott’acqua. Dalla vita ho avuto forse troppo. Troppa perfezione, troppa grazia regalata ogni giorno, come se la vita che conduciamo con Salvatore sia “normale”, scontata, data.

Nulla è “dato”, sarò punita per questo.

Tutti i peccatori non aspettano altro che essere puniti. Il peccato esiste solo nella coscienza, il mondo è composto di fatti e azioni che accadono, si intrecciano, generano conseguenza e riverberi che arrivano ai nostri sensi, e sono sempre un successo.

Il peccato è uno stato mentale.

***

NB

Si può dire che questo non sia un articolo ma una pagina di diario strappata e pubblicata, preludio di un altro nodo forse ancora più stretto.

***

Ps (con messaggio promozionale)

Il messaggio promozionale lo mantengo, e accompagnerà tutta la narrazione di Nuovo Abitare e del libro: sono tempi di fundraising per la sede e l’archivio.

Questa, come probabilmente sapete, è la fascetta di Incuria nel progetto grafico iniziale del libro.

Questi siamo noi, non fatevi ingannare dallo scritto. L’accidia, lo stato di peccatrice e questo sguardo leggero convivono nella costitutiva ambivalenza della specie umana.

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Written by Oriana Persico

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